Come tutto il settore zootecnico, anche gli allevamenti suinicoli fanno la loro parte in termini di sostenibilità, contribuendo alla riduzione delle emissioni, delle risorse impiegate e dell’impatto ambientale. La parola d’ordine è efficienza, cioè produrre con meno risorse, nel rispetto del benessere degli animali e dell’ambiente. Gli allevamenti di suini a proposito ci stanno riuscendo con diversi progetti innovativi sul campo, come ad esempio la produzione di energie rinnovabili dai reflui zootecnici.
Grazie alle nuove tecnologie non solo è stato possibile ridurre notevolmente l’impatto ambientale dei reflui della filiera del suino, ma anche trasformarli in valore economico per l’intero settore. Dal trattamento degli effluenti liquidi e solidi prodotti dagli animali è infatti possibile produrre energia rinnovabile sottoforma di biogas, calore e concime naturale in grado disostituire i fertilizzanti chimici e di migliorare le rese delle coltivazioni. L’elettricità e l’energia termica prodotte vengono così impiegate anche per illuminare e scaldare l’allevamento e gli uffici aziendali, in un’ottica di economia circolare, ormai una necessità ai fini della sostenibilità di ogni azienda.
La riduzione dell’impatto ambientale viene raggiunto anche attraverso nuove tecniche di alimentazione degli animali e con il maggior benessere dei suini allevati nei box. In pratica, tutto quello che gli animali mangiano viene calibrato con attenzione, per assicurare i giusti apporti nutritivi. Questa alimentazione di precisione garantisce ottime performance di accrescimento con il minimo impatto ambientale, perché azzera gli sprechi, dando al singolo animale solamente quello di cui ha davvero bisogno a seconda della sua fase produttiva.
C’è poi un’enorme potenzialità che arriva dall’economia circolare con l’uso degli “ex prodotti alimentari”. Cosa sono? Alimenti come pane, prodotti di pasticceria, patatine, latticini ecc. che non possono più essere destinati al consumo umano, a causa di errori di produzione o di eccedenze, ma che hanno ancora un valore per scopi di nutrizione animale impiegandoli come mangimi. Oggi questi prodotti non si possono ancora usare nel circuito DOP, ma bisognerebbe tenerli in sempre più seria considerazione, soprattutto con la carenza di materie prime che stiamo vivendo attualmente.
Ogni allevatore degno di tal nome sa che un animale che sta bene cresce bene, uno dei motivi per cui il benessere degli animali negli allevamenti suinicoli è prioritario per aumentare produttività e sostenibilità. Gli allevatori applicano spesso la strategia di tenere la densità dei capi molto più bassa di quella consentita per legge e con zone all’aperto, in modo da offrire più spazio ad ogni suino per muoversi. L’ambiente viene anche arricchito di materiali e stimoli computerizzati,che permettono di farli interagire e di tenerli impegnati, per simulare il più possibile le condizioni naturali ed evitare l’insorgere di comportamenti anomali.
L’obiettivo di ogni buon allevatore è migliorare l’efficienza riproduttiva, l’efficienza alimentare, il benessere animale, la resistenza agli stress ambientali e alle malattie, e avere così animali più forti e adattabili. Adattabili in generale, ma sempre più alle condizioni climatiche, che cambiano repentinamente. Il fine è anche quello di ridurre le perdite lungo la filiera e l’impiego di antibiotici, puntando non alla massimizzazione, ma al miglioramento equilibrato delle prestazioni.
A tal proposito è stato fatto un grande sforzo per la riduzione dell’uso di antibiotici, che con la ricetta elettronica veterinaria in vigore da oltre due anni ha visto un netto calo del loro uso, consentendo di monitorare l’andamento delle prescrizioni mediche negli allevamenti. Ora le si affianca anche un altro strumento digitale, e cioè il “registro elettronico dei trattamenti”, che completa l’abolizione di ricette e registri su carta. Grazie alla trasformazione digitale di tutte le procedure si riesce a monitorare con estrema precisione l’impiego del farmaco veterinario ed evitarne un uso improprio, contribuendo alla lotta contro l’antibiotico-resistenza. La zootecnia è il settore che ha fatto di più a riguardo, riducendo del 43% l’uso di antibiotici a livello europeo e arrivando a una riduzione di oltre il 76%. delle polimixine (colistina). In Italia, secondo le analisi di ESVAC, la riduzione del consumo di antimicrobici è stata del 56,8%, ed è quasi stato azzerato l’impiego di polimixine (-98,3%).
Insomma, si può dire che oggi l’allevamento suinicolo non impatta più sull’ambiente come prima, anzi lo valorizza, grazie a tecnologie digitali, intelligenza artificiale ed innovazione applicate in ogni fase: dall’alimentazione al benessere animale, dalla gestione dei reflui alla riduzione degli impatti. Il tutto, ottenendo un miglioramento continuo della sostenibilità ambientale.