Assosuini: “A Bruxelles Italia sarà unita a tutela del comparto”

Assosuini apprezza l'attenzione che la politica ha rivolto a una filiera importante come quella suinicola in vista delle elezioni europee 2024. Ora attendiamo i fatti.

Al termine della seconda tappa del nostro tour di ascolto dei candidati alle prossime elezioni Europee (qui la prima, dedicata alla PSA), tenutasi alla Fiera di Cremona, possiamo concludere che la politica italiana ha recepito le nostre richieste: seria revisione della Direttiva Emissioni, scorporando l’agricoltura dall’industria, intervento deciso a sostegno di un comparto, il nostro, sotto forte pressioni delle lobby e una generale riconsiderazione dell’approccio verso chi sfama la nazione. In un periodo storico in cui pare che non ci si riesca mai ad accordare su nulla, questa unità di intenti è molto importante.

Ringraziamo tutti i partiti che hanno aderito e riportiamo i temi più significativi riportati:

On. Fidanza (FdI): “Scontiamo una deriva ideologica che ha colpito le nostre imprese, soprattutto agricole e zootecniche, in nome del Green. Fratelli d’Italia è sempre stata contraria, molti oggi vedo che hanno cambiato idea e si sono accodati.”

On. Ciocca (Lega): “La nostra azione a Bruxelles sarà volta a impedire che l’eccesso di regolamentazione favorisca l’import di carni allevate senza alcuna regola in Paesi con molte meno norme del nostro.”

On. Salini (FI): “C’è molto da fare sulla Direttiva Emissioni, il punto di lavoro sarà tornare alle soglie precedenti, cioè duemila suini all’ingrasso e 750 scrofe.”

On. Sardone (Lega): “Sia l’Europa a pagare i danni causati agli allevatori dalla Peste Suina Africana.”

Dott.ssa Caterina Avanza (Azione): “Sulla PSA va ricordato che a parte orsi e lupi, il resto della fauna selvatica è di gestione nazionale. L’UE ha lavorato a delle linee guida che hanno permesso agli altri paesi europei di debellare la malattia, linee guida che il nostro governo non applica facendo prova di un immobilismo sconcertante. Comodo sempre dare la colpa all’Europa. Lavorerò per che la Commissione accetti di cambiare il protocollo e permetta la macellazione da allevamenti in zona rossa che hanno fatto la bio sicurezza, ma il danno reputazionele è fatto e anche se la Commissione accettasse non è detto che paesi terzi tipo Canada o Usa decidano di riaprire. Gli agricoltori e gli allevatori meritano molta più serietà da chi li rappresenta. In particolare in Europa, serve davvero molta più serietà e preparazione, non servono fischietti, cartellini rossi e trattori giocattolo in emiciclo a Strasburgo. Quando un testo arriva lì tutto è già stato negoziato a bruxelles attraverso decine e decine di riunione alle quali troppo spesso gli italiani sono assenti.”

Dott. Carra (Italia Viva):“In Europa bisogna portare meno ideologia e più concretezza. Demonizzare gli allevamenti non conviene a nessuno, anche perché l’agricoltura può essere protagonista anche della transizione sostenibile se sosteniamo gli investimenti delle imprese per esempio nelle agroenergie e nell’economia circolare. Lo ha ricordato anche il nostro candidato Matteo Renzi proprio visitando un noto allevamento del cremasco. Non c’è sostenibilità ambientale senza quella sociale ed economica. Serve quindi una PAC meno burocratica, e direttive come quella sulle emissioni che equiparano allevamento a industria vanno completamente in una direzione sbagliata. Sulla peste suina africana, che rischia di azzerare il comparto e sta già bloccando le esportazioni in alcuni Paesi, anche il governo faccia la sua parte in maniera incisiva prima che diventi endemica. Intanto bisogna abbassare il rischio, il cinghiale sta proliferando in maniera incontrollata. E poi si tutelino le aziende che hanno investito in biosicurezza.“

Avv. Dongo (Pace, Terra, Dignità): “La suinicoltura da cui dipende il fior fiore delle DOP italiane viene tuttora ignorata dalla politica e dalle grandi confederazioni agricole, come se si trattasse di una ‘serie B’ rispetto alla zootecnia bovina, a livello nazionale ed europeo. All’inizio della prossima legislatura è altresì necessario inserire il divieto assoluto delle vendite sottocosto e i criteri per la determinazione dei costi reali di produzione all’interno della direttiva sulle pratiche commerciali sleali la cui revisione è già in programma per i prossimi mesi.“

C’è ancora molto da fare, ma apprezziamo l’attenzione che la politica ha rivolto a una filiera così importante per le nostre radici culturali. Ora attendiamo, come sempre, i fatti.

Share:

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su linkedin
Condividi su whatsapp