Bene Lollobrigida: quella dei cinghiali è emergenza, serve esercito

Finalmente qualcosa sembra muoversi nella lotta alla PSA, la Peste Suina Africana, arrivata ormai nelle zone vicino Parma, a maggior vocazione suinicola, bloccando l’export in alcuni Paesi e mettendo a rischio la sopravvivenza dell’intera filiera. Il governo ha così preso la risolutiva decisione di rafforzare le azioni di contrasto, con il depopolamento dei cinghiali in primis, attraverso la mobilitazione dell’esercito. Anche la Protezione civile potrà intervenire in supporto, sotto la guida del Commissario alla PSA.

Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida ha quindi inserito nel DI Agricoltura nuove norme più efficaci per contrastare un fenomeno che potrebbe avere conseguenze disastrose per il settore suinicolo italiano e mettere a rischio l’export dei nostri prodotti di eccellenza.

“Parallelamente continuiamo a lavorare in Europa per favorire l’adozione di una normativa che differenzi in modo netto la gestione della fauna selvatica rispetto alle misure finalizzate alla sicurezza degli allevamenti” – ha detto il ministro – “La Peste Suina Africana è un esempio che conferma la necessità della presenza dell’uomo come bioregolatore”.

Soddisfatto anche il Presidente di Assosuini, Elio Martinelli: “Dopo mesi di prudenza, e due anni di nostre pressanti richieste, e dopo l’arrivo della Peste Suina Africana nella zona di Parma è doveroso il plauso al Ministro Lollobrigida per la decisione di usare l’esercito” – commenta – “Questo per tre importanti ragioni: dare la misura piena e reale del rischio che corre una filiera di qualità, che ormai vede minacciato l’export in tutto il mondo, a partire da USA e Cina, reagire con decisione a chi minimizza e tiene più ai cinghiali che a migliaia di lavoratori e relative famiglie e, soprattutto, accelerare una macchina che pareva fino a ora inceppata. È il caso di dire che il mondo ci guarda, non sono ammessi altri passi falsi o concessioni a chi ha visioni del mondo nocive per la comunità nazionale. Il tempo gioca contro di noi, ma la filiera è robusta, resistente e pronta a tutto. Il fatto che la politica accolga le nostre richieste rende il futuro meno incerto” – conclude Martinelli.

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