PSA, un futuro ancora pieno di incognite
Il futuro della filiera suinicola italiana è incerto. A ricordarcelo è l’avanzata inarrestabile della Peste Suina Africana, aggravata dell’enorme diffusione di cinghiali, principali vettori del virus.
Il futuro della filiera suinicola italiana è incerto. A ricordarcelo è l’avanzata inarrestabile della Peste Suina Africana, aggravata dell’enorme diffusione di cinghiali, principali vettori del virus.
Non si arresta l’avanzata della Peste Suina Africana (PSA), causando gravi preoccupazioni per la suinicoltura italiana, ora letteralmente sull’orlo di un baratro.
Dopo un 2023 molto pesante per il comparto suinicolo europeo e italiano, il nuovo report ISMEA evidenzia dei timidi segnali di ripresa per un settore dominato ancora da instabilità e incertezza.
Il mega allevamento di suini in Cina noto come Pig Palace, di proprietà della danese Scandinavia Farms Invest, è stato dichiarato fallito.
Il settore suinicolo si oppone con forza al decreto che taglierà fuori dal mercato italiano i tipi genetici che rappresentano la maggior parte delle produzioni DOP e IGP.
Non basta l’emergenza PSA. Adesso il settore suinicolo vede anche l’impennata dei prezzi della carne di maiale, che ha toccato i massimi storici.
Il Canada ha stanziato diversi milioni di dollari per prevenire l’arrivo della PSA sul suo territorio e tutelare le sue aziende. Una strada che avremmo dovuto seguire anche in Italia fin dall’inizio.
Assosuini apprezza l’attenzione che la politica ha rivolto a una filiera importante come quella suinicola in vista delle elezioni europee 2024. Ora attendiamo i fatti.