Guerra Russia-Ucraina: rincari e ricadute sull’agroalimentare


In seguito alla guerra fra Russia ed Ucraina, Assosuini ha comunicato le gravi ripercussioni sul settore agroalimentare e in particolare sul comparto suinicolo. Non solo la mancanza di materie prime, ma anche i pesanti rincari dei costi energetici, che in certi casi sono addirittura quintuplicati, stanno mettendo a dura prova la tenuta di tutto il settore.

A tal proposito anche il Presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, ha espresso le sue preoccupazioni in merito, cercando allo stesso tempo di tranquillizzare gli agricoltori. “L’industria alimentare sta vivendo un momento terribile, legato soprattutto al costo dell’energia. La preoccupazione più grande è il rialzo dei prezzi e la logistica. Per gli approvvigionamenti invece la situazione sembra meno catastrofica”, ha spiegato Vacondio in un suo recente intervento televisivo.

Secondo il Presidente di Federalimentare, infatti, non ci saranno difficoltà di approvvigionamenti per il grano all’interno dell’Europa, in quanto è la quarta area al mondo come quote di esportazione, con i francesi che addirittura esportano l’80% dei cereali che producono. “La Francia ha avuto però problemi climatici, che hanno impattato sul grano panificabile. Per cui c’è disponibilità di grano, ma con difetti molitori molto grossi”, puntualizza Vacondio: “Il grande problema sono i cereali nel loro insieme, perché toccano tutte le industrie alimentari. Il 70% del fatturato dell’industria alimentare dipende dai cereali come soia, grano duro, grano tenero, orzo ecc. e oggi i due terzi delle industrie sono sotto pressione per questo”.

Anche le ricadute sui consumatori saranno notevoli per il consistente aumento dei costi del cibo: “Venendo a diminuire l’offerta, in una logica di mercato, i prezzi salgono e saliranno ancora – spiega Vacondio – In Ucraina il danno più grosso sarà la perdita della semina e del raccolto. Il mais e i cereali si seminano proprio a marzo e aprile, per cui non seminando in quei territori per ragioni ovvie di guerra, ci saranno grandi ripercussioni anche sulla prossima annata cerealicola e sui prezzi del prossimo anno”.

In pratica, le conseguenze della guerra si ripercuoteranno ancora a lungo se non si trovano subito delle soluzioni. Ma c’è pure un problema di speculazione finanziaria, come ha spiegato anche il Presidente di Assosuini, Elio Martinelli, per cui ci sono Paesi che stoccano i cereali di proposito bloccandone le esportazioni, proprio allo scopo di farne salire i prezzi. La parola d’ordine sembra dunque essere “autosufficienza”, ma su questo Vacondio nutre dei dubbi: “Non è vero che c’è un milione di ettari che possiamo rimettere a semina, perché quei terreni non sono arabili. In totale i terreni non sono più di 200 mila e sono tutti terreni marginali. Quindi chi sbandiera l’autosufficienza nel nostro Paese dice una sciocchezza. Si può fare, ma non nei termini che vengono detti”.

Share:

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su linkedin
Condividi su whatsapp