I veri nemici di clima e ambiente

L’agricoltura italiana (tutta, allevamenti inclusi) è responsabile di meno dell’8% delle emissioni di polveri sottili, mentre trasporti, riscaldamento domestico e attività industriali sono responsabili del restante 92%.

Si fa un gran parlare di impatti negativi degli allevamenti intensivi su clima e ambiente. Il problema è che, spesso, questo parlare è fatto a sproposito, da persone che in molti casi non hanno mai neppure visto un allevamento dal vivo, e che vi si oppongono ideologicamente e senza voler approfondire l’argomento. Sugli allevamenti e la contaminazione ambientale ci sono tanti professionisti sia del settore zootecnico che ambientali che fanno grandi dispute.

Eppure, se si parla ad esempio di emissioni, durante la pandemia da Covid è emersa un’evidenza chiara quasi a tutti, soprattutto per chi abita nella Pianura Padana: durante il lockdown del 2020, quando erano fermi i trasporti a causa delle restrizioni alla mobilità e gran parte delle industrie aveva temporaneamente chiuso i battenti provocando un importante calo del consumo di energia, le emissioni sono di fatto crollate. Il tutto mentre allevamenti, agricoltura e produzione alimentare continuavano, nonostante le enormi difficoltà.

Sì, gli allevatori, anche in quel difficile periodo, hanno continuato a lavorare; le aziende agricole e gli allevamenti non hanno mai chiuso, per consentire di produrre il cibo per le famiglie chiuse in casa in quel momento così critico. E così, è finalmente risultato evidente che gli allevamenti non sono i principali nemici di clima e ambiente. Le immagini dal sito di Arpat Toscana, prima e durante il lockdown, parlano chiaro, mostrandoci una Pianura Padana ripulita dalle emissioni, con allevamenti attivi ma con auto e fabbriche ferme.

Il report annuale ISPRA 2023 mostra comunque un quadro confortante: l’agricoltura ha contribuito in modo significativo ad una migliore qualità dell’aria, con le emissioni PM2,5 di tutta l’agricoltura che rappresentano solo il 3,6% e quelle PM10 l’11,6%.

Se ciò non bastasse, è bene ricordare che l’agricoltura diffusa su tutto il territorio nazionale è responsabile di meno dell’8% delle emissioni di polveri sottili, in diminuzione costante dal 1990, e meno del 5% di quelle PM2,5, che sono le più pericolose. Mentre trasporti, riscaldamento domestico concentrato nelle aree urbane e attività industriali sono responsabili del restante 92%: un dato enorme e drammaticamente in continua crescita.

Viste le immagini, letti i dati, a voi le conclusioni!

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