Linee danesi: deroga di 36 mesi al loro utilizzo nelle DOP

Grazie ad una deroga di 36 mesi, da agosto 2023 è ancora possibile utilizzare scrofe dei tipi genetici “Danish Hybrid” e “DanBred Hybrid” nel circuito delle produzioni DOP e IGP.

Per 36 mesi le linee danesi si possono usare in scrofaia per la produzione delle DOP. Con una deroga è stato concesso un periodo transitorio di tre anni a partire dal 10 agosto 2023, data di emanazione del provvedimento che rigetta la richiesta di iscrizione dei tipi genetici “Danish Hybrid” e “DanBred Hybrid” alla “Lista degli altri tipi genetici”. La richiesta mirava ad ottenere l’autorizzazione ad impiegare queste linee danesi per la realizzazione dei prodotti DOP, i cui nuovi disciplinari di produzione prevedono l’esclusione delle scrofe di genetica danese, che rappresenta il 16% della consistenza delle scrofe rientranti nel circuito DOP in Italia.

La questione è contraddittoria, in quanto le linee danesi considerate inadatte per le DOP, in realtà vantano un’ottima genetica, con performance produttive tra le migliori, ottenute grazie a tecniche di selezione avanzata, con lo scopo di migliorare robustezza, salute, efficienza, performance, qualità della carne e sostenibilità della filiera suinicola. Per questo vengono molto utilizzate dagli allevatori, ma i nuovi disciplinari rischiano di mettere in ginocchio un intero settore.

Escludendo i tipi genetici ibridi non italiani che sono impiegati dal 90% degli allevamenti da 20 anni, si rischia di estromettere dal circuito delle DOP il 70-80% delle cosce destinate ai prosciutti DOP, con il potenziale crollo delle produzioni tipiche di eccellenza. Per questo motivo diverse case genetiche operanti in Italia hanno presentato istanza di ammissione alla “Lista degli altri tipi genetici” per essere autorizzate alle produzioni DOP e IGP, ma su un totale di 29 linee genetiche sottoposte a valutazione, il Ministero ne ha rigettate ben 25, ossia la quasi totalità.

Questo significa che l’intera filiera suinicola sarebbe stata finora non conforme? Il settore si sta opponendo con forza da anni a questo decreto che taglierà fuori dal mercato italiano i tipi genetici che costituiscono quasi tutte le case genetiche che operano regolarmente da anni in Italia, con le loro linee ibride nelle produzioni DOP e IGP.

Al momento, con questa deroga di 36 mesi, è ancora possibile l’utilizzo delle scrofe dei tipi genetici “Danish Hybrid” e “DanBred Hybrid” nel circuito delle DOP e IGP, laddove i pertinenti disciplinari produttivi prescrivano la provenienza dei riproduttori da schemi di selezione o incrocio attuati con finalità non incompatibili con quelle del libro genealogico italiano per la produzione del suino pesante.

Ma la richiesta di iscrizione per poterle utilizzare sempre non è stata accolta, e alla fine di questo periodo transitorio sarà vietato l’utilizzo delle scrofe di linee danesi per la produzione di suini nell’ambito dei circuiti DOP e IGP, laddove i pertinenti disciplinari produttivi prescrivano la provenienza dei riproduttori.

“I numeri ufficiali non li abbiamo, ma possiamo stimare in 15-20% scrofe danesi e 10-15% per il peso massimo del singolo maiale peso morto deciso dai consorzi di Parma e San Daniele nei nuovi disciplinari”, fa presente Elio Martinelli, presidente di Assosuini: “L’altra considerazione come Assosuini è che il fattore genetica è un parametro non strategico per la qualità della coscia e può solo creare dubbi nel consumatore, a differenza dell’alimentazione e del benessere animale; mentre era strategico definire dei parametri qualitativi della coscia da poter misurare dopo la macellazione.”


Fonte: Rivista di Suinicoltura, Numero di Settembre 2023

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