PSA: le istituzioni brancolano nel buio

Il governo pare pronto a rischiare la filiera per non sporcarsi le mani e prendere una posizione sui cinghiali. Noi speriamo sia una impressione errata e alla prossima riunione verremo stupiti dall'ampiezza dei provvedimenti.

In seguito dell’aggravarsi dell’emergenza Peste Suina Africana per il ritrovamento di una carcassa di cinghiale infetto nel cuore della produzione suinicola italiana, è stato organizzato un Tavolo d’urgenza dal Senatore Giacomo La Pietra. Durante i lavori sono intervenuti diversi esponenti delle più importanti associazioni per la filiera suinicola, al fine di trovare soluzioni rapide ed efficaci per eradicare definitivamente il virus ed evitare il crollo del settore. Tra questi Davide Calderone, direttore di Assica, il Commissario per la PSA Vincenzo Caputo, Rudy Milani di Confagricoltura e Mario Duregon di Assosuini. Tra le problematiche emerse, la necessità di distinguere la PSA nei selvatici da quella negli allevamenti confinati.

“L’esportazione di carne suina vale due miliardi di fatturato su un totale di nove miliardi del settore carni”, ha sottolineato Davide Calderone di Assica: “Alcuni paesi terzi non hanno accettato il principio della regionalizzazione/zonizzazione, come Giappone, Cina, Taiwan, Serbia, Messico, Brasile e Sud Africa, per un danno di 20milioni/mese. Se sommato all’aggiungersi del Canada si arriva a 60milioni e degli USA addirittura a 120milioni”. Calderone spiega che il Giappone continua ad ammettere l’import di prosciutti cotti, in quanto la cottura disattiva la PSA, mentre gli USA ammettono prosciutti crudi con stagionatura superiore ai 400 giorni, perché la PSA si inattiva anche dopo tale periodo, però entrambi i paesi non accettano l’import di prodotti carnei freschi come coppe e pancette.

“Tra qualche giorno uscirà una nuova ordinanza, la n.2, frutto delle osservazioni suggerite dalle Regioni”, chiarisce il Commissario per la PSA Caputo: “Dice che sono stati intensificati i controlli sulla carne importata dall’est Europa. Originariamente si prevedeva il barrieramento di alcuni assi autostradali, poi sono arrivati i primi contenziosi con i portatori di interesse che non volevano. Si chiede aiuto alle Regioni per l’operatività, in quanto la Regione ha la delega, ha competenza in materia in base all’art 13 del regolamento 429. Inoltre servono Gruppi Operativi Territoriali (GOT) che attuino tutte le strategie di barrieramento e abbattimento”.

Secondo Rudy Milani di Confagricoltura, è vero che le regioni hanno competenza in materia, ma è anche vero che il Commissario ha delega nell’agire per quelle regioni che non sono sensibili e risultano ferme nell’operatività. “Non pensiamo che la barriera di biosicurezza in allevamento sia sufficiente a fermare il virus”, fa presente Mario Duregon di Assosuini: “Presto o tardi arriverà. È un virus troppo persistente. Basta un camion lavato male e tutti gli sforzi saranno vani. Serve un piano serio di contenimento della popolazione del cinghiale nelle zone dove ciò è possibile”.

Insomma, ciò che emerge da questo tavolo è che le Istituzioni brancolano ancora nel buio.

Come Assosuini, ringraziamo il governo per questo tavolo, utile a coordinarci, ma purtroppo mancano i fondamentali per affrontare la questione Peste Suina Africana. Dopo due anni di allarmi e i primi embarghi, che si proietta possano costare quasi un miliardo e mezzo di euro all’anno di mancato export, non si può ancora pensare che gli abbattimenti non siano la soluzione. Non lo sarebbero stati, se si fossero costruite le reti. Non lo sarebbero stati, se ci si fosse mossi in fretta. E se invece degli animalisti con i loro deliri e nei loro “rifugi” si fossero ascoltati gli allevatori. Ma oggi come oggi bisogna finalmente scegliere: meglio abbattere dei cinghiali o l’intera filiera suinicola?

Il governo pare pronto a rischiare la filiera per non sporcarsi le mani e prendere una posizione sui cinghiali. Noi speriamo sia una impressione errata e alla prossima riunione verremo stupiti dall’ampiezza dei provvedimenti. Purtroppo la speranza non abbonda, visti i provvedimenti presi finora, e i risultati.

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