Il Ministro dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione della Spagna, Luis Planas, ha difeso al Congresso dei Deputati l’importanza di disporre di una zootecnia estensiva in Spagna, che sia competitiva e che promuova misure ambientali, come il corretto trattamento di letame e liquami da utilizzare come fertilizzanti. Il Ministro ha ricordato che lo scorso dicembre è stato completato il processo di revisione della normativa sulla gestione del bestiame, per recepire a livello nazionale gli impegni in materia di salute, sostenibilità ambientale e benessere animale dell’Unione europea. Infatti, le misure contenute nel Regio Decreto sulla nutrizione sostenibile nei suoli agricoli mirano a ridurre le emissioni di ammoniaca nell’attività agricola. Per raggiungere questo obiettivo, Luis Planas ha difeso l’adeguato trattamento del letame e del liquame per il loro successivo utilizzo come fertilizzanti, in modo tale che le emissioni di ammoniaca siano limitate al momento della loro applicazione.
In Italia siamo già all’avanguardia in questo campo, grazie ad un prototipo tecnologicamente avanzato in grado di depurare le acque reflue, in modo da poterle poi riutilizzare per irrigare e fertilizzare i campi coltivati. La tecnologia è frutto di una sperimentazione dell’Università di Bologna, con l’obiettivo di portare benefici in termini di maggiore disponibilità idrica, apporto di nutrienti, riduzione dei concimi chimici, sostenibilità ambientale e qualità della filiera depurativa. Questa tecnologia può contribuire non solo a risolvere la problematica della mancanza d’acqua per l’agricoltura, ma anche alla fattibilità di pratiche di economia circolare. Infatti, viene recuperata la risorsa idrica depurata, che è anche utile per la concimazione, perché già ricca di sostanze nutritive necessarie per la crescita delle piante, e prodotti secondari come ammendanti e fertilizzanti ricchi di nutrienti, come azoto, fosforo e potassio, riducendo così il ricorso a concimi chimici di sintesi. Speriamo che le prove di campo confermino i primi risultati.
I recenti allarmismi di Legambiente sulla Lombardia come prima regione in Europa per emissioni da spandimenti, lasciano il tempo che trovano. Esiste infatti, una regolamentazione ben precisa per lo spandimento dei liquami zootecnici, con il divieto di utilizzazione agronomica nei mesi della stagione autunno-vernina. Il divieto ha una sua motivazione, in quanto durante il periodo del riposo vegetativo, le colture non sono in grado di assorbire i composti azotati presenti nei liquami. Quindi non ha senso impiegarli, poiché anziché costituire nutrienti per le piante, sarebbero solamente degli inquinanti per i corsi d’acqua, delle falde acquifere e dell’aria, a causa del rilascio di ammoniaca nell’atmosfera.
Ecco perché la Direzione Generale Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi della Regione Lombardia, al fine di regolamentare i periodi di divieto, ha emesso un apposito “Bollettino Nitrati” elaborato in collaborazione con ARPA Lombardia ed ERSAF per la protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole. “In Lombardia non vi è un divieto statico dello spandimento dei liquami”, testimonia un allevatore del posto: “Ma a seconda della cartina, che viene data una volta a settimana, ci sono delle finestre nel periodo da novembre a febbraio in cui si possono spandere liquami. Queste finestre sono di 15 giorni o un mese, a seconda del tempo e del clima, ad esempio se piove o se nevica. Quindi, se il tempo lo permette, è consentita un’apertura a questo tipo di spandimento. Puoi darlo nei prati e in alcune colture, ma non in tutta l’area coltivabile, dove su alcune colture permane il divieto. Sicuramente, come in tutte le cose, ci sarà qualcuno che non rispetta in modo corretto il regolamento, ma negli ultimi anni hanno aumentato severamente i controlli. Per cui chi sbaglia, paga”.