Sono passati ben sette anni da quel lontano 2015 in cui i media riportarono, con toni allarmistici, che i salumi e le carni rosse sarebbero causa di tumori, deformando la realtà scientifica che era stata divulgata in modo più corretto da IARC ed Organizzazione Mondiale della Sanità. In questi anni la scienza ha fatto passi avanti ed è doveroso quindi un aggiornamento affinchè il consumatore non abbia dubbi riguardo a questi nobili alimenti.
Dei 156 tipi di tumore oggi conosciuti, soltanto uno, quello al colon-retto, è sospettato di aumentare di meno dell’1% in termini assoluti la sua incidenza, ma calcolando un consumo medio di carni rosse e trasformate pari a due o tre volte il consumo reale degli italiani. La percentuale di rischio è molto bassa già per quantitativi eccessivi di salumi e diventa nulla se rapportata al consumo reale che avviene in Italia, molto inferiore a quello di altri Paesi.
Il più ampio studio multicentrico condotto in Italia sul tema, coordinato dall’Università degli Studi di Milano e pubblicato su Nutrition and Cancer, ha analizzato tre studi, tutti italiani, condotti dal 1985 al 2010 su oltre 10.000 soggetti (3.745 casi e 6.804 controlli) per verificare l’associazione tra consumo quotidiano di salumi e il rischio di cancro del colon-retto. Dai risultati non emerge alcuna associazione tra gli attuali consumi della popolazione italiana e il tumore al colon-retto. Inoltre, non sono evidenziate differenze significative di associazione tra chi consuma una bassa quantità giornaliera di salumi, pari a circa 15 g, e chi ha un consumo giornaliero superiore.
Le più recenti revisioni sistematiche e meta-analisi di alta qualità scientifica pubblicate, mostrano che non vi sono prove certe e concrete che carne rossa e salumi siano causa di patologie cardiovascolari, ictus, infarto, diabete e cancro. Fra le più importanti emerge lo studio NutriRECS, secondo cui mangiare poca carne rossa e pochi salumi è inutile ai fini salutistici e può essere controproducente, mentre l’ultimo report del World Cancer Research Fund del 2018, non ha evidenziato nessun legame tra assunzione di carne rossa, salumi e cancro al seno.
Ma non potrebbe essere altrimenti e la domanda che dobbiamo farci è questa: come è possibile che le malattie odierne siano improvvisamente causate da alimenti presenti sulle nostre tavole fin dall’epoca degli etruschi e dei romani, prodotte con metodi tradizionali e genuini, legati a severi disciplinari produttivi, tramandati di generazione in generazione e che fanno parte della nostra alimentazione da millenni?
Forse è davvero il caso di ricercare le cause altrove, per esempio nel cibo spazzatura di concezione moderna presente sugli scaffali dei nostri supermercati, come nei prodotti pieni di zuccheri, coloranti e conservanti che popolano le nostre dispense. O come i cibi ultra-processati che imitano la carne, sottoposti a lunghe lavorazioni industriali e con una lista lunghissima di additivi in etichetta, che i primi studi a riguardo stanno già associando ad un maggior rischio di patologie.
Non solo. Come dimostra questo video di “Science Animated”, è anche possibile che gli scienziati siano tentati di focalizzare le proprie ricerche su tesi convincenti a priori, trascurando dati importanti. La selezione dei dati potrebbe essere infatti influenzata da quelli che vengono chiamati bias sperimentali, cioè distorsioni dettate da ciò che si “vorrebbe trovare”. Tempo di rivedere per molti le proprie errate convinzioni sulla carne suina, non trovate?