La Peste Suina Africana (PSA), la malattia virale che colpisce maiali e cinghiali, ma che non è assolutamente pericolosa per l’uomo, continua a correre sul territorio nazionale, ma resta arginata in Piemonte, Liguria e Lazio. Questo anche grazie anche alle misure per prevenirla. La PSA appresenta ad oggi una grande incognita su cui Assosuini farà presto un altro appello, ma è curioso il fatto che altri Paesi non abbiano avuto questo problema.
Ad esempio la Spagna, che ha un numero elevatissimo sia di maiali che di cinghiali, non ha mai avuto nessun caso. C’è quindi qualcosa che non va dal punto di vista di gestione delle regole sanitarie e del controllo da parte della Comunità europea. Sorprende anche il fatto che, se è vero che è un virus così contagioso, non ci sia effettivamente una strage di cinghiali. Anzi, nonostante finora le autorità abbiano cercato nelle aree più a rischio, hanno trovato ben pochi animali positivi, su una popolazione di circa due milioni di capi in Italia. C’è allora qualcosa che non quadra anche sulla contagiosità e diffusione di questa malattia.
“Essendo troppo alto il rischio delle conseguenze del diffondersi di questa infezione tra gli animali domestici, per il suino e specialmente per le DOP, l’unica strada ancora da percorrere è una sensibilità da parte di chi deve prendere decisioni e quindi dell’autorità pubblica e ridurre drasticamente la presenza di cinghiali”, commenta il Presidente di Assosuini, Elio Martinelli: “Ultimamente ci sono sempre più episodi, postati anche sui social, di gruppi di cinghiali che cominciano ad attaccare anche i turisti sulle spiagge e in città. Quindi noi chiediamo di ridurre almeno del 50% la presenza di questo animale, perché è un rischio troppo alto continuare ad aumentarne la diffusione”.