L’allevamento è sicuro, sia per noi, sia per gli animali. È un luogo molto controllato, che deve osservare diverse normative, che ne garantiscano la corretta gestione, ma soprattutto il rispetto del benessere animale.
E chi controlla non sono degli improvvisati: sono dei medici veterinari, cioè dei professionisti molto preparati e competenti. In ogni allevamento viene nominato un medico veterinario, dichiarato all’ATS di riferimento, l’Agenzia di Tutela della Salute, che interviene quando gli animali si ammalano, perché il veterinario è l’unico che possa accedere all’armadietto dei farmaci e prescriverli.
Il responsabile veterinario sorveglia anche lo stato igienico e sanitario degli animali, monitorando e controllando le buone pratiche di allevamento. Attraverso il sistema di monitoraggio Classyfarm, che ha lo scopo di analizzare la gestione delle aziende agricole, anche il veterinario stesso viene valutato sulla base dei risultati e degli scostamenti rispetto agli standard.
ClassyFarm è nato da un’iniziativa del Ministero della Salute ed è un sistema informatico italiano per il monitoraggio degli allevamenti, con la collaborazione di numerosissimi soggetti pubblici e privati, sotto il coordinamento dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna (IZSLER). Questa piattaforma informatica è inserita nel portale nazionale della veterinaria ed elabora una notevole mole di dati sul benessere animale e biosicurezza dell’allevamento, consumo di antibiotici, parametri produttivi, sanitari e di alimentazione dell’allevamento e di rilevazioni al macello. Insomma, un controllo molto puntiglioso, che raccoglie dati sul campo e li elabora attraverso processi informatici sofisticati, dove niente è lasciato al caso.
Sono veterinari anche quelli che appartengono alle autorità di controllo, come l’ATS, che effettuano le ispezioni negli allevamenti relativamente allo stato di benessere degli animali, alla conformità dei mangimi, oltre che dei farmaci che vengono somministrati per la cura degli animali.
A tutto questo, si aggiunge il fatto che in Italia i medici veterinari fanno riferimento al Ministero della Salute, diversamente da altri Paesi europei, dove invece fanno capo al ministero dell’Agricoltura. L’approccio, dunque, è completamente diverso. Tutto si può dire, tranne che gli “allevamenti intensivi” italiani non siano dei luoghi sicuri. E questa è una garanzia tanto per gli animali allevati, quanto per i consumatori.