Esportazioni di grano ucraino tornate ai livelli prebellici: solo speculazioni?

Con la guerra fra Russia ed Ucraina, abbiamo più volte parlato delle gravi ripercussioni sul settore agroalimentare e, in particolare, degli effetti devastanti sul comparto suinicolo, che si sono fatte sentire negli scorsi mesi. Non solo la mancanza di materie prime, ma anche i pesanti rincari dei costi energetici. Che, a volte addirittura quintuplicati, hanno messo e continuano a mettere a dura prova la tenuta di tutto il settore. Oggi però a quanto pare le esportazioni di grano dall’Ucraina sembrano ritornate ai livelli prebellici, facendo ricalare l’ombra della speculazione finanziaria.

Come aveva già spiegato il Presidente di Assosuini, Elio Martinelli, ci sono Paesi che stoccano i cereali di proposito bloccandone le esportazioni, proprio allo scopo di farne aumentare vertiginosamente i prezzi. In particolare, le esportazioni di grano ucraino nei primi 17 giorni di ottobre sono state inferiori solo del 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2021, nonostante la chiusura di diversi porti marittimi e l’invasione russa. Il ministero dell’agricoltura del Paese fa sapere che l’Ucraina ha esportato 2,12 milioni di tonnellate di grano, principalmente mais e grano, finora in ottobre, rispetto a 2,17 milioni di tonnellate nello stesso periodo di ottobre 2021. I dati hanno anche mostrato che l’Ucraina ha esportato un totale di 10,8 milioni di tonnellate di grano finora nella stagione 2022/23 luglio-giugno, rispetto ai 16,5 milioni nello stesso periodo del 2021/22.

Se il livello delle esportazioni è ritornato simile al periodo prima della guerra, nonostante la guerra ancora in corso, con i prezzi delle materie prime ancora alle stelle, ci chiediamo allora a questo punto se davvero non sia tutto legato solamente alle speculazioni. Se così fosse, la situazione sarebbe ancora più grave e assurda, viste le pesanti conseguenze negative che hanno portato all’abbandono dell’attività con diseconomie difficilmente riassorbibili, facendo crescere la rabbia di chi non ce l’ha fatta.


“Questa situazione è un esempio concreto di mercato ‘selvaggio’, in cui la mancata gestione e regolamentazione delle materie agricole di prima necessità mette a rischio la sopravvivenza di tante imprese”, sottolinea Elio Martinelli: “E questo non porta nessun vantaggio per le economie dei diversi Paesi. Politica, se ci sei batti un colpo!”

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