Secondo quanto riportato da La Nuova Ferrara, il problema della fauna selvatica continua a rappresentare una grave minaccia per l’agricoltura e l’allevamento, richiedendo un intervento più incisivo da parte del Governo. Oltre all’invasione delle nutrie nel territorio ferrarese, il caso recente di un agricoltore ucciso dai cinghiali in Calabria dimostra quanto sia urgente affrontare la questione con misure efficaci e immediate.
Nel Ferrarese, le nutrie stanno danneggiando il territorio provinciale, mentre la scarsa tolleranza di alcuni cittadini nei confronti dei metodi di prevenzione ostacola il lavoro degli operatori. Nonostante la presenza del lupo, che si ciba di nutrie, il suo ritorno non è sufficiente a contenere la popolazione di questi roditori. Il Myocastor coypus, importato in Italia nel 1929 per la produzione di pellicce, si è diffuso rapidamente a causa dell’assenza di predatori naturali e del clima favorevole della Pianura Padana. Con un tasso riproduttivo elevato, che può arrivare fino a 14 cuccioli per femmina, la crescita della popolazione di nutrie è fuori controllo.
Da oltre trent’anni la Regione Emilia-Romagna monitora la presenza della specie e ha attuato diversi piani di contenimento. Nel 2008 si contavano 425.000 esemplari, ridotti a 173.000 nel 2014, anno in cui la nutria è stata classificata come animale infestante. Già dal 1999, il Consiglio d’Europa l’ha inserita tra le 100 specie aliene più pericolose al mondo. La necessità di limitarne la diffusione è ormai evidente, come sottolinea Roberta Artioli, comandante della Polizia provinciale, che richiama l’attenzione sul regolamento UE 1143 del 2014, che raccomanda l’eradicazione rapida della specie anche in Italia.
Sul territorio operano i cosiddetti “coadiutori”, personale specializzato e autorizzato dalla Regione per l’abbattimento delle nutrie, che avviene con armi da fuoco, ad aria compressa o con trappole. Tuttavia, l’attività è spesso ostacolata da cittadini contrari alle uccisioni, con episodi di minacce e vandalismo nei confronti degli operatori. “Purtroppo – spiega Artioli – il nostro lavoro viene continuamente ostacolato, con insulti, minacce e atti di vandalismo contro le gabbie di cattura. È importante ricordare che il coadiutore svolge un servizio pubblico e chi ne interrompe l’attività può essere denunciato penalmente”.
Oltre ai danni all’agricoltura, le nutrie creano gravi problemi idraulici, indebolendo le arginature di fiumi, canali e bacini artificiali, aumentando il rischio di allagamenti. Questo rende ancora più urgente un intervento strutturale per contenere non solo le nutrie, ma l’intera fauna selvatica che minaccia le attività agricole. I cinghiali, in particolare, stanno causando danni sempre maggiori, e il caso dell’agricoltore calabrese ucciso questa settimana è un tragico campanello d’allarme che il Governo non può più ignorare. È necessario un piano nazionale di controllo efficace per tutelare il settore primario e garantire la sicurezza dei cittadini.
