Fine regime speciale IVA: un’altra stangata per gli allevatori

Dopo gli aumenti dei costi di produzione, un’altra stangata per gli allevatori. Questa volta si tratta dell’IVA, che da regime speciale è tornata a regime ordinario.

Il settore zootecnico pare non trovare pace. Dopo gli aumenti dei costi di produzione è in arrivo un’altra stangata per gli allevatori. Questa volta si tratta dell’IVA, che da regime speciale è tornata a regime ordinario, facendo perdere non pochi vantaggi di cui finora gli allevatori avevano goduto. In pratica, il regime speciale consentiva a chi alleva e agli agricoltori di usufruire di uno sconto, chiamato “compensazione dell’IVA”, in base al quale veniva versata all’erario solo una parte del dovuto.

Le aliquote di compensazione dell’IVA erano state aumentate nel 2021 e nel 2022 al 9,5% per fronteggiare la crisi del settore zootecnico, così che a fronte di un’IVA incassata del 10% per la cessione di bovini e suini, gli allevatori dovevano restituire all’erario solo lo 0,5%, cioè la differenza fra il 10% e la compensazione del 9,5%.

Questa sorta di “rendita Iva” è stata fondamentale per la sopravvivenza di molte aziende in tempi di crisi, ma ora pare che gli aiuti siano finiti, con il ritorno delle aliquote ai valori precedenti del 7% per i bovini e del 7,30% per i suini. Questo abbassamento si traduce in una grande perdita che non fa altro che acuire le difficoltà in cui tante aziende si trovano in questo periodo.

Per avere un’idea delle perdite economiche che le aziende dovranno fronteggiare, basta calcolare che il valore di un suino a fine ciclo è di circa 180 euro. L’IVA al 10% si traduce in 18 euro che l’allevatore poteva trattenere per sé quasi interamente, con un “reddito IVA” di circa 17 euro, dovendo pagare all’Erario solo lo 0,5%. Adesso però, con il ritorno alle precedenti aliquote di compensazione per ogni suino la perdita per l’allevatore sarà di 40 centesimi.  

Sembrano pochi spiccioli, ma in realtà, riportando i dati agli allevamenti dove in ogni ciclo di produzione ci sono migliaia di capi, si arriva a cifre considerevoli. In pratica, la riduzione delle aliquote di compensazione IVA fa perdere il 2,5% del fatturato, che in questi tempi di crisi non ci si può proprio permettere.

Si auspica in una proroga delle maggiori aliquote di compensazione, che Coldiretti, Confagricoltura e Cia hanno chiesto. Almeno fino a quando la crisi del settore zootecnico non sia davvero risolta e questo brutto periodo sia solo un lontano, brutto ricordo.

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