Un fiume di soldi (nostri) a chi ci odia?

Timmermans usava il denaro dei contribuenti per pagare lobby ambientaliste per fargli pubblicità?

La notizia è delle ultime ore: Timmermans, il Commissario Europeo dietro tutte le norme più devastanti dell’ultimo decennio per l’allevamento, avrebbe favorito due associazioni di lobbysti green a lui vicine. L’obiettivo? Promuovere politiche ambientaliste nell’unione.

Riporta il sito Affari Italiani:

“Al centro della bufera, contratti di sovvenzione stipulati con organizzazioni ambientaliste, tra cui l’European Environmental Bureau (EEB), il più grande network ambientalista europeo, che raggruppa diverse sigle ecologiste europee. A questi enti, secondo quanto riportato, sarebbe stato esplicitamente richiesto di fornire esempi concreti di come il loro lavoro di lobbying avesse reso più ambiziosi i testi legislativi in materia ambientale.

Secondo quanto riferisce il giornale olandese, sembrerebbe che il leader del GL-PvdA ed ex commissario europeo al Green deal, Frans Timmermans, abbia speso denaro proveniente dai sussidi alla “lobby ombra” nel suo precedente ruolo di Commissario europeo, insieme a Bruxelles, per promuovere i suoi piani sul clima. Ad esempio, alcune organizzazioni, tra cui l’organizzazione ombrello europea che comprende due delle principali organizzazioni ambientaliste olandesi, la Milieudefensie e la Natuurmonumenten, hanno ricevuto denaro per elaborare esempi a sostegno della politica di Timmermans, riporta De Telegraaf.”

A caldo si possono fare tre valutazioni:

1. Dopo lo scandalo del Qatar, si scopre che i socialisti europei  non solo ricevevano soldi da lobby discutibili, ma ne pagavo pure a lobby amiche per avere maggior trazione. Sarebbe come se il ministero pagasse associazioni di portatori di interesse per spingere deputati di opposizione a votare i propri provvedimenti. È una accusa gravissima.
2. Al danno si aggiunge la beffa che quelli sono, letteralmente, soldi nostri. Con cui venivano pagati i referenti europei dei benpensanti nostrani che si indignano per l’industria della carne. Un po’ ipocrita, se fosse dimostrato che i loro paladini erano immersi in una palude fatta di corruzione e conflitti di interesse.
3. Se tutto fosse verificato sarebbe da valutare chi, per l’Italia, riceveva questi soldi. Noi abbiamo un paio di nomi da cui far partire le indagini, se interessasse a qualcuno.

Di sicuro, questa vicenda è un motivo in più per chiedere la cancellazione delle norme approvate con quel metodo, a partire dalla direttiva emissioni a finire con quella sui campi. Il frutto marcio della corruzione rovina la cesta, come i nostri nonni ben sapevano. Spiace che un organismo così importante come l’Unione Europea debba affrontare uno scandalo all’anno, proprio adesso che bisogna negoziare con gli USA possibili, e durissimi, dazi. Non ci possiamo permettere distrazioni e divisioni. Non ci possiamo permettere, soprattutto, deliri animalisti.

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