Elio Martinelli al Senato: serve un patto di filiera e l’intervento del governo

In occasione dell’audizione al senato a cui ha preso parte il Presidente di Assosuini, Elio Martinelli, sono emerse diverse problematiche che riguardano il settore suinicolo. In questi momenti di crisi e di prezzi elevati con ripercussioni importanti sulle imprese, ricorda il Presidente, un patto di filiera. “Piuttosto che mandare in crisi le aziende senza possibilità di ritorno, è meglio fare un accordo economico, concordando i prezzi di produzione, di trasformazione e anche della parte finale della distribuzione”, sottolinea Martinelli: “Però la filiera non c’è, quindi questa cosa la vedo non percorribile. In casi di emergenza come adesso occorre anche un’imposizione dello Stato e del governo. Perché se dobbiamo tutelare i cittadini per la scurezza, dobbiamo farlo anche per il consumatore di fronte a comportamenti di speculazione. Come successo all’inizio della pandemia, quando la materia prima era calata drasticamente, ma il prodotto finale per il consumatore era aumentato. Questo in situazione di emergenza non è accettabile”.

Secondo Martinelli, dovrebbe esserci un’imposizione legislativa del governo che stabilisca che nessuno dovrebbe perderci e nessuno dovrebbe speculare. “Bisognerebbe stabilire un prezzo che permetta all’allevatore, al macellatore, al trasformatore, al prosciuttificio, al supermercato di non perdere soldi. Basta volerlo fare. Forse questa volontà non c’è. Forse in un sistema agroalimentare di qualità, come lo siamo noi, dovremmo prendere esempio da paesi più virtuosi, come quelli del nord Europa. Lì anche lo Stato ha deciso come porsi nella gestione di un settore strategico, come il nostro agroalimentare. Ci devono essere obbiettivi principali e chi non passa da lì non riceverà più nessun aiuto dallo Stato”.

Tra le tante criticità esposte, emerge la necessità di una legge contro le pratiche sleali, che dovrebbe essere quasi al termine come iter burocratico, ma che effettivamente ancora non c’è. “L’Italia ne ha bisogno e tanti paesi europei l’hanno già fatta propria”, spiega Martinelli: “In Francia ci sono tanti casi di sanzioni in merito, quindi il mercato va regolato e va reso più trasparente, per evitare speculazioni. La politica, e non solo le categorie, devono decidere cosa vogliono fare in futuro per un settore di questo tipo. Abbiamo bisogno di obbiettivi e strategie condivise per crescere. A volte abbiamo l’impressione che non ci sia questa volontà”.

Secondo Martinelli, infatti, c’è bisogno di riqualificare e migliorare il nostro sistema produttivo, ma soprattutto se questo settore è considerato strategico, bisogna che la politica faccia la propria parte. “L’autosufficienza in Italia è un obbiettivo importante e l’ha dimostrato la pandemia. Abbiamo bisogno di aumentare anche le nostre quote all’estero, che credo sia il vero obbiettivo per garantirci una sostenibilità economica nel lungo periodo. Per fare questo ci vuole una vera filiera, che oggi purtroppo non c’è, fatta di gente che ci crede. Serve anche un’azione politica”. Senza, è meglio che si dia agli allevatori suinicoli italiani un contributo per uscire dal settore, “perché se continuiamo con questi alti e bassi andremo incontro a fallimenti di aziende, sia nel settore degli allevamenti di base, sia in altri settori”.

Infine, come obbiettivo, l’incentivo strategico per l’export. “Io credo che se ci fosse un organismo che obbliga tutte le componenti a farne parte, lo Stato potrebbe normare. Lo hanno fatto in tanti paesi europei, perché non farlo anche in Italia? Dobbiamo semplicemente “copiare” quello che hanno fatto altri e che funziona, adeguandolo alla nostra situazione. L’ammasso è un po’ un rinviare il problema e qui dobbiamo rinviare il problema, perché la quantità è determinante per il risultato finale del prezzo e per la sostenibilità economica. Se noi dovessimo togliere il 15-20% settimanalmente per alcuni mesi, sicuramente non ci sarebbe un crollo dei prezzi e questo sarebbe salutare per le varie categorie imprenditoriali. E il consumatore non avrebbe nessun danno. Però dobbiamo avere un tempo importante, non solo per due o tre mesi. Per questo ammasso vuol dire che dobbiamo aspettare tempi normali in cui il mercato possa uscire dalla drammaticità della pandemia e decidere cosa farne un domani. Possiamo anche incentivare il costo dell’ammasso e quindi anche la vendita futura con contributi pubblici. Se è importante per mantenere un settore e per non farlo crollare, non lo vedo un problema”.

Martinelli pone anche la questione dei contributi per gli allevatori, sia di scrofe che di suini all’ingrasso, dove pare però che siano rivolti solamente agli allevatori italiani che partecipano alle DOP. “Non credo sia una cosa corretta. Mi sento di dire che è giusto aiutare anche gli altri, perché sono allevatori anche loro. Se premiamo solo scrofe nate in Italia, e guardate bene che vengono da genetica fatta all’estero, e solo i suini nati e allevati in Italia che fanno parte delle DOP, avremmo definito allevatori di serie A e di serie B. Questo non è un comportamento giusto. Il fondo mutualistico è una necessità per le produzioni importanti come quelle di qualità della filiera DOP”.

Per quanto riguarda i rapporti con la Cina, il Presidente di Assosuini propone di prendere come esempio l’accordo fatto con Germania, Danimarca, Olanda, Spagna ecc. e di fare la stessa cosa per l’Italia. “La Cina è fortissima e riesce a governare l’economia. Ci vuole una forte azione politica. Basta applicare quello che hanno già fatto altri paesi”, fa presente Martinelli: “Solo per il fatto che non riusciamo a vendere le teste buttiamo 10 euro per capo. Dieci euro per capo, se moltiplichiamo per otto milioni di suini, fate il conto di quanti soldi buttiamo via, mentre in Cina sono molto richieste. Quando avevamo il suino come prezzo più basso di tutta Europa ad aprile avremmo potuto aiutare il mercato esportando mezzene in Cina. Così non saremmo arrivati ad un prezzo di 1.10 euro mettendo a rischio tantissimi allevamenti”.

Serve insomma pensare ed agire come una filiera, e serve il supporto della politica. Prima che sia troppo tardi.

Share:

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su linkedin
Condividi su whatsapp