I reflui zootecnici possono rappresentare un’opportunità anziché un rifiuto inquinante da smaltire, se ben gestiti e reimpiegati in modo agronomicamente efficiente. Il settore suinicolo produce grandi quantità di reflui, che possiedono un rilevante potenziale fertilizzante, se gestiti in modo sostenibile, con conseguenti vantaggi ambientali, agronomici ed economici.
I reflui provenienti dagli allevamenti suinicoli su grigliato sono costituiti in prevalenza da urine e feci degli animali, diluite nelle acque impiegate per la pulizia dei locali di allevamento, più la presenza di residui di alimenti, peli, paglia e sostanze detergenti impiegate per la disinfezione dell’ambiente. I reflui contengono quindi una certa percentuale di inquinanti e di azoto. Ecco perché occorrono sistemi di depurazione biologica, come il trattamento aerobico e anaerobico del refluo, al fine di ottenere un materiale mineralizzato e compatibile con l’ambiente.
Grazie ad attrezzature e tecniche innovative è possibile rendere sostenibile la gestione dei reflui zootecnici, valorizzandone il loro impiego come fertilizzanti organici. I fertilizzanti naturali derivanti dai reflui suinicoli sono in grado di sostituire i fertilizzanti chimici di sintesi, che causano nel tempo il depauperamento dei terreni. In questo modo si evita la perdita progressiva di sostanza organica nei suoli, nutrendo il terreno con gli effluenti di allevamento, che da rifiuto diventano una preziosa risorsa.
In pratica, il liquame viene separato in due frazioni, una solida e una liquida, che vengono poi acidificate per abbattere in maniera significativa le emissioni di ammoniaca e di gas ad effetto serra durante le fasi di stoccaggio e distribuzione degli effluenti suinicoli. In questo modo il refluo zootecnico viene valorizzato sia dal punto di vista energetico che agronomico, grazie allo sviluppo del settore della produzione di digestato e di biogas attraverso il processo di digestione anaerobica.
Quindi i reflui vengono fermentati da ceppi batterici in assenza di ossigeno e a temperatura controllata di 38-42°C, trasformando la sostanza organica in biogas, che rappresenta una fonte di energia pulita rinnovabile. Il residuo del processo di digestione anaerobica degli effluenti zootecnici è il digestato, un buon materiale fertilizzante e ad effetto concimante, in grado di apportare sostanza organica e minerali nutritivi per il terreno, come azoto, fosforo e potassio. Il digestato ben distribuito rappresenta una preziosa risorsa che sostituisce i concimi di sintesi e riduce le emissioni di gas serra.
Grazie all’agricoltura di precisione inoltre, viene garantita l’ottimizzazione della distribuzione dei reflui, nella loro frazione solida acidificata e nel digestato, attraverso soluzioni smart che sono in grado di applicare esattamente la dose di fertilizzante desiderata sulla frazione di terreno interessata, a seconda delle colture presenti. Questo riduce gli sprechi, i costi e l’impatto ambientale, aumentando l’efficienza, i guadagni e la sostenibilità.
Le aziende suinicole italiane sono quindi tra le più virtuose e attente all’ambiente, con progetti in corso sempre nuovi e ambiziosi al fine di una gestione dei reflui sostenibile, efficiente e a tutela delle risorse idriche e del suolo. Non è vero dunque che i reflui sono solo un problema e fonte altamente inquinante come viene fatto vedere ultimamente in certe trasmissioni televisive. Anzi, la cooperazione tra scienza, tecnologia e allevamenti è oggi la strategia vincente che sta fornendo soluzioni concrete a tutti i problemi del comparto zootecnico italiano.