Meglio ribadirlo. Dopo le molte denunce e appelli del settore in merito all’arrivo in Lombardia della PSA, la Peste Suina Africana, è necessario rassicurare i consumatori. La PSA non rappresenta un rischio per l’essere umano. Il caso di positività riscontrato in un allevamento di maiali in provincia di Pavia ha messo tutto il settore in allarme, perché si è avverato quello che tutti temevano. I contagi sono arrivati nelle zone di maggior vocazione suinicola, rischiando di far saltare tutte le produzioni delle eccellenze della salumeria italiana.
Ma è meglio ripetere agli amanti di carne di maiale e salumi, che questo virus, così pericoloso per gli animali, non si trasmette in alcun modo all’uomo, né attraverso un contatto diretto con gli animali malati, né consumando prodotti eventualmente infetti. Che un prodotto infetto arrivi sulle nostre tavole comunque non potrà mai accadere, in quanto grazie alla stretta sorveglianza attiva e passiva fatta dagli allevamenti, l’industria di trasformazione riceve solo prodotti garantiti che non hanno mai avuto contatti con suini malati. E in questo l’Italia è all’avanguardia, con controlli molto rigorosi, che fa vantare il primo posto in qualità, salubrità e sicurezza al Made in Italy a livello internazionale.
Quello della PSA è quindi per noi esseri umani uno dei tanti virus con cui conviviamo tutti i giorni. Per fortuna non ci può colpire, come invece fa con i cinghiali, i maiali, e trasmissibile e contagiosa solo tra suidi, sia domestici che selvatici. Non c’è dunque da averne paura per la nostra salute, ma è terribile per le conseguenze economiche sulla filiera di produzione suinicola.
L’allarme di questi giorni è proprio dovuto al fatto che, se il virus della PSA entra negli allevamenti lombardi ed emiliani, dove si concentra la maggior parte delle produzioni suinicole italiane, si rischia di dovere abbattere decine di milioni di capi. Questo significa appunto ingenti danni economici, da cui molti allevatori potrebbero non riprendersi più, oltre che un devastante stop all’export, con l’esclusione dai commerci internazionali per un tempo indefinito.
Insomma, se da un lato i consumatori di carne di maiale e salumi possono stare tranquilli, dall’altro rischiano di dover dire addio a salami e prosciutti dalle tavole per un bel po’. E speriamo che almeno questo non si avveri!