La Peste Suina Africana (PSA) sta creando danni sempre più pesanti agli allevatori suinicoli italiani. La situazione è diventata insostenibile. Non possiamo più permetterci di aspettare, soprattutto in un momento in cui i fondi in Finanziaria per il settore suinicolo sono stati pesantemente ridotti.
La PSA continua a flagellare il comparto, colpendo duramente migliaia di allevamenti situati nei comuni in zona di restrizione, una lista interminabile che l’Unione europea aggiorna costantemente. Questi allevatori hanno investito cifre ingenti per rafforzare la biosicurezza delle proprie aziende, ma i loro sforzi sembrano vani: i prezzi di vendita sono ormai crollati a causa di un mercato che penalizza chi opera nelle aree di restrizione, privando gli allevatori di ogni possibilità di sostenibilità economica e impedendo persino di trasferire i suinetti all’ingrasso.
La svalutazione del costo della carne suina, sceso fino a due terzi, rende praticamente impossibile accumulare risorse finanziarie di riserva, condizione essenziale per affrontare l’eventualità di un focolaio di PSA nel proprio allevamento. In caso di positività anche di un solo animale, infatti, la legge impone l’abbattimento totale del bestiame, con conseguenze disastrose per chi ha già dovuto sopportare le conseguenze della restrizione.
Come è possibile accettare che gli allevatori siano lasciati soli, senza un adeguato e tempestivo intervento di ristoro pubblico? È giusto chiedere al settore di cavarsela da solo? Questa è la domanda che ci poniamo. Davanti alla lentezza delle istituzioni, Assosuini invita l’intera filiera suinicola a un atto di responsabilità e solidarietà: è ora di unirsi e di costituire un fondo mutualistico, che possa garantire un supporto immediato e concreto a quegli allevatori che rischiano di perdere tutto a causa di fattori esterni e incontrollabili.
Il tempo stringe e non possiamo restare a guardare. Non possiamo lasciare padri e madri di famiglia senza un aiuto economico, senza una rete di sicurezza in un momento di così grande difficoltà. Serve l’impegno di tutti, per costruire insieme una soluzione che non solo difenda il nostro settore, ma che tuteli il futuro di intere famiglie.