Agricoltura e allevamento non sono tra i settori più inquinanti. A confermare ciò che era già emerso da studi passati, è il nuovo rapporto “Le emissioni di gas serra in Italia. Obiettivi di riduzione al 2030”, pubblicato di recente dall’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. I dati mostrano chiaramente che l’agricoltura contribuisce solamente per il 7,4% delle emissioni totali di gas serra e nel 2022 si è registrato un calo di queste del 18,9% dal 1990.
Come già sapevamo, dunque, a emettere di più non è il comparto agricolo e zootecnico, come troppi ancora erroneamente pensano, ma quello dei trasporti, che spicca tra i settori più inquinanti. In Italia, dal 1990 al 2022, le emissioni dei gas serra si sono ridotte del 21%, grazie all’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, come l’idroelettrico e l’eolico, e all’uso di combustibili a basso contenuto di carbonio. Dati più che positivi arrivano dal comparto agricolo, mentre sono fortemente negativi quelli dei trasporti, che hanno determinato un aumento delle emissioni in Italia negli ultimi due anni (+0.4% rispetto al 2021).
Secondo l’ISPRA infatti, i trasporti rappresentano il 26% del totale delle emissioni nazionali, provenienti per oltre il 90% dal trasporto stradale, che segna un +5% rispetto all’anno precedente. Seguono la produzione di energia (23%), il settore residenziale (18%) e l’industria manifatturiera (13%). Nel complesso questi comparti rappresentano quasi la metà del totale delle emissioni di gas a effetto serra del nostro Paese. Buone notizie invece per il settore agricolo, che evidenzia una diminuzione del 18,9% delle emissioni totali di gas a effetto serra in Italia tra il 1990 e il 2022, soprattutto grazie alla diminuzione dell’uso dei fertilizzanti chimici, delle superfici e ad una gestione più virtuosa delle deiezioni.
La tecnologiadella digestione anaerobica dei reflui zootecnici consente infatti di evitare la dispersione in atmosfera del metano, che viene così recuperato per la produzione di biogas, che èenergia pulita rinnovabile, riducendo del 18% le emissioni, comprese quelle di protossido di azoto, mentre le emissioni di metano nel 2022 rispetto al 1990 si sono ridotte del 15%. Dati davvero incoraggianti che evidenziano il grande impegno nella lotta al cambiamento climatico di un comparto che continua ad essere ingiustamente colpevolizzato, mentre altri settori continuano ad inquinare indisturbati.
“L’agricoltura è il settore che ha fatto di più contro inquinamento, perché allora colpirla così duramente?”, chiede il Presidente di Assosuini, Elio Martinelli: “Già di per sé, con questi numeri, dovremmo leggere grandi lodi al settore su tutti i principali media. E invece no, ci tocca subire attacchi continui e strumentali. Soprattutto contro di noi, in quanto allevatori. Eppure le emissioni di protossido di azoto dovute all’applicazione dei fertilizzanti sintetici si sono ridotte del 62% rispetto al 1990 e del 46% rispetto al 2021, e questo grazie a una gestione innovativa e sostenibile anche degli scarti degli allevamenti, che ha anche portato, sempre secondo ISPRA, a una decisa riduzione dell’uso di antibiotici. In sostanza, l’agricoltura è stata l’avanguardia della sostenibilità ambientale. Adesso è ora che da Bruxelles a Roma ci venga riconosciuto questo sacrificio e si allenti la pressione sul nostro settore.”